Le mani sulla città

Bologna sta vivendo un momento particolare infelice, per non dire buio, della sua storia. Ad un evidente aumento di contraddizioni sociali che pongono questioni inaffrontate istituzionalmente, corrisponde un atteggiamento di totale sordità della giunta Merola alle questioni reali poste dagli abitanti della città, mentre si procede speditamente nel percorso di mercificazione del territorio.
Gli esempi sono ormai numerosi: dal People Mover a Fico, dal Passante di mezzo ai mai conclusi mega-progetti della Trilogia Navile e del comparto Bertalia-Lazzaretto, fino (ultimi in ordine di tempo e preceduti dalle colate di retorica che sempre anticipano il cemento) a quelli dei Prati di Caprara e di via Libia.
Si cementifica, si vende, si terziarizza.
Alle chiacchiere sulla progettazione partecipata corrisponde la più sfacciata mancanza di considerazione delle volontà e delle esigenze di chi i territori li abita. Le istanze provenienti dai comitati che, sempre più numerosi, si formano in città per opporsi allo scempio rimangono sepolte tra milioni di metri cubi di calcestruzzo che non migliorano la vita di nessuno. Alla dilagante necessità di spazi collettivi, viene opposta la richiesta di un percorso di normalizzazione che ha il sapore di un ricatto.
A QUESTA SITUAZIONE È DOVEROSO OPPORSI con determinazione e lucidità, e nella consapevolezza che solo una forte e diffusa opposizione sociale può invertire il processo di trasformazione di Bologna in una città-mercato che vogliono costringerci a subire.
Ma ciò sarà possibile solo se le varie forme di opposizione che la città sta esprimendo sapranno creare un terreno comune di confronto ed iniziativa che, nell’interesse collettivo, abbia la forza di andare oltre la singola vertenza e costruire una forza che imponga il rispetto delle volontà delle persone.
La stessa mano che dirige l’aggressione ai territori e alla qualità della vita della gente sta tentando di eliminare quei luoghi che producono cultura, socialità e benessere diffuso e gratuito.
Per questa ragione il Comitato per la tutela e la promozione delle Esperienze Sociali Autogestite aderisce e partecipa alla “Passeggiata esplorativa ai Prati di Caprara” e sarà presente in tutti quei luoghi dove, attraverso pratiche di autogestione organizzate dal basso, si difendono i diritti di auto determinazione delle popolazioni urbane contro ogni processo di speculazione.

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